Narce

Narce, forse l’antica Thevnalthia, si estendeva nel territorio tra Mazzano e Calcata, laddove oggi c’è il Parco del Treja.

Tre colli Narce, Monte Li Santi e Pizzo Piede – isolati l’un l’altro da corsi d’acqua, ciascuno con una propria cinta muraria, formavano insieme un vasto ed importante insediamento. 

L’altura di Narce che ha dato il nome al sito si impone nel paesaggio per la sua forma particolare quasi conica con pareti profondamente incise dai corsi d’acqua. Ai suoi piedi, nel fondovalle, gli scavi ne hanno rivelato le origini antichissime che risalgono addirittura al XII secolo a.C. Intorno al 400 a.C., però, la zona era ormai sfruttata solo come area industriale per la fabbricazione di laterizi, dopo essere stata, per breve tempo, un cimitero. 

L’insediamento di Monte Li Santi occupava l’ampio pianoro della sommità, collegato all’altura di Narce da una sella naturale e da un viadotto, oggi tagliato dalla strada provinciale Mazzano-Calcata. Limitati scavi della fine del 1800 vi riportarono in luce pochi resti di edifici inseriti in un tessuto urbanistico regolare. Una doppia cinta muraria circondava il pianoro. Tegole e ceramica sparsa nel sito testimoniano la lunga vita dell’abitato tra il VII e il III secolo a.C. Scavi recenti stanno dimostrando l’esistenza di una fase ben più antica che risale all’Età del Bronzo.

Infine l’abitato di Pizzo Piede occupava un’altura inespugnabile su tre lati e difesa a sud da un fossato e da una cinta muraria. Una strada selciata entrava in città diretta alla sommità del colle. Costruzioni in blocchi di tufo furono messe in luce nel 1933, insieme ad importanti materiali, tra i quali raffinate terrecotte di rivestimento di un edificio templare.  

Estese necropoli intorno agli abitati furono scavate alla fine del 1800 alla ricerca dei corredi più ricchi. Oggi questi sono nei più importanti musei del mondo e ricostruiscono la storia del sito dall’VIII secolo alla conquista romana del III secolo a.C. Le tombe più antiche, a pozzo per gli incinerati e a fossa per gli inumati, erano segnalate in superficie da piccoli tumuli e da segnacoli in pietra che davano al paesaggio “l’aspetto di tanti paesi in piccole proporzioni”. 

Nella fascia immediatamente fuori dell’insediamento alle pendici di Monte Li Santi esisteva una sorta di cintura sacra tra l’abitato e il fiume con due santuari collocati a breve distanza l’uno dall’altro in piccole radure sulla riva del Treja. Invisibili ormai sono i resti di un tempio del 480-470 a.C., scavato solo in minima parte alla fine del 1800. L’altro santuario, noto come il santuario di Monte Li Santi-Le Rote, scoperto nel 1985, è un complesso eccezionale, dove si sono messi in luce aspetti e forme differenziate del rituale. Gli scavi hanno svelato infatti la complessità del rito dal V al II sec. a.C., dai riti di fondazione a quelli di espiazione, compiuti nel sottrarre all’uso gli strumenti del sacrificio e le strutture sacre, e hanno mostrato come il complesso santuariale sia stato definitivamente abbandonato con una grande cerimonia collettiva

Nel corso del III sec. a.C. Roma conquista via via le terre dei Falisci e per prima Narce. All’alba della romanizzazione la città si è spopolata, il territorio è stato occupato da una popolazione rurale che, mescolandosi con gli antichi abitanti, ha portato nuovi costumi, nuove abitudini, nuove divinità. In età romana la città non esiste più, solo sporadiche tracce di un’occupazione sparsa precedono la nascita degli insediamenti medioevali e la formazione dei due borghi di Mazzano Romano e Calcata.